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Ubicazione e storia e stemma

Documento di re Arnolfo dd. 20 febbraio 888, contenente la prima menzione di Fiè (Archivio Diocesano di Bressanone)Fiè viene menzionata per la prima volta in un documento ufficiale in un atto di donazione regale risalente all’anno 888 come “Fellis”, sebbene i piú antichi siti abitativi e i ritrovamenti archeologici risalgano all’età del bronzo. Circa l'origine del nome esistono diverse teorie; l'etimologia popolare la riconduce in ogni caso alla imponente “massiccio” dello Sciliar, ai piedi della quale si erge “Fiè allo Sciliar”. Inoltre nel medioevo erano in uso diversi modi di scriverlo, prima che nell'era moderna si affermasse gradualmente il modo di scriverlo attuale. Il nome in italiano “Fiè” venne introdotto ufficialmente nel 1925, anche se era in uso già da lungo tempo presso i ladini.

La zona dello Sciliar si trova tra il fiume Isarco ad ovest il rio Gardena a Nord il rio Brié a sud e il gruppo del Sassolungo ad est. Il Comune di Fiè allo Sciliar ha una superficie di 4438 ettari, quattordici frazioni e la sua ubicazione guarda verso sud. Dalla località Prato all'Isarco sita nella Valle Isarco fino alla sommità dell'altopiano dello Sciliar ci sono piú di 2200 metri di altezza. Il massiccio dello Sciliar, insieme alle vicine montagne Croda del Maglio, Monte Covone e alla cintura della riserva forestale, forma insieme al gruppo del Catinaccio un Parco Naturale. Dal 2003 Fiè può ufficialmente servirsi a fini pubblicitari del titolo di “Luogo di cura nel Parco Naturale” .

mucche sui prati di PresuleLa zona maggiormente abitata caratterizza la collina dandole una forma di terrazza leggermente inclinata e ben strutturata tra gli 800 e i 1000 metri sul livello del mare. All'esterno del centro abitato si trovano piccoli casali e diversi masi e singole case sparse ovunque che caratterizzano il complesso degli insediamenti. Il variegato e spezzettato paesaggio agricolo oggi è caratterizzato prevalentemente da prati e da frutteti, nelle parti piú basse anche da vigneti e da coltivazioni di bacche. Fino a mezzo secolo fa Fiè era un comune fondamentalmente agricolo, isolato, con un’economia che produceva soprattutto per l'auto consumo.

stemma del ComuneNel periodo medioevale l'amministrazione e la giurisdizione era esercitata anche qui da diverse persone appartenenti all'aristocrazia, in nome dei principi vescovi e di altri feudatari (ad es. per il Monastero di Novacella). Tra i piú noti vi erano i “Signori di Fiè”; la loro residenza originaria era la torre di difesa la quale oggi è stata trasformata nella osteria “Turmwirt”, prima che loro stessi erigessero il Castello di Presule. Vissero il loro periodo di maggiore splendore all'inizio dell’era moderna con Leonardo da Fiè, il quale fu anche “Governatore nell'Adige” dal 1498 fino al 1530. Secondo lo spirito del tempo creò un collegamento tra il suo albero genealogico e il casato nobiliare dei Colonna perfezionando così il suo stemma araldico, sul quale accanto alla croce e alla rosa vi aggiunse due colonne. Il suo stemma è ancora oggi lo stemma del gonfalone comunale di Fiè allo Sciliar.

Rogo delle stregheLeonardo da Fiè promosse e svolse egli stesso una intensa attività edilizia. Il Castello di Presule, la chiesa parrocchiale e diverse altre chiese vennero costruite ovvero ristrutturate e ampliate; il laghetto di Fiè e altri tre laghetti vennero realizzati inizialmente per l'allevamento dei pesci. Sempre nello stesso periodo ci furono a Fiè due clamorosi ed emozionanti processi alle streghe (1506 e 1510), e le sempre piú opprimenti richieste dei padroni (servitù, obblighi feudali) portarono anche qui nel 1525 a una veemente rivolta (insurrezione) dei contadini.

Neanche gli incendi del paese risparmiarono Fiè: per ben 4 volte (1440, 1703, 1857 e 1895) il centro di Fiè di Sotto andò in fumo. Nel 1703 bruciò anche il campanile della chiesa, acquistando successivamente la caratteristica sagoma a forma di cipolla, in un primo momento in scandole di legno, dal 1902 in lamiera e quindi da 25 anni circa ormai in rame.

(Dr. Hermann Vötter)